" I MURI ESISTONO PER UNA RAGIONE, NON CERTO PER ALLONTANARCI, MA PER DARCI LA POSSIBILITA' DI DIMOSTRARE DAVVERO QUANTO VOGLIAMO UNA COSA"

mercoledì 16 gennaio 2008

la descrizione di un attimo

Riciclo un vecchio scritto...vediamo che ne pensate...

"Il mondo gira al suo ritmo e la vita trascorre al suo ritmo. E noi ci siamo inventati una cosa che chiamiamo tempo per quantificare questi giri (con i secondi, i minuti, le ore ecc.) e credere cosi' di poterlo controllare come ci pare e piace.
Ma il mondo si muove per i fatti suoi, inflessibile, imperturbabile, e noi ci muoviamo con lui.
E nasciamo. E poi il tempo passa e ci ritroviamo ad essere giovani.
E crediamo di sapere tutto, di essere furbi, geniali e perfino saggi, mentre in realta' siamo sciocchi, stupidi, vanitosi e un po' coglioni.
E' come se avessimo visto gia' tutto nella vita e invece non ne sappiamo quasi niente." - Jarabe de Palo -


Avete mai provato a cercare la definizione di tempo sul vocabolario?
"Successione continua di istanti in cui si svolgono gli eventi e le variazioni delle cose."
"Successione degli istanti apportata ad un sistema di misura."
Queste sono solo le prime due, ce ne sono ben quindici.
Successione di istanti. Rapportata ad un sistema di misura.
Successione di momenti definiti e di uguale durata, secondi, minuti, ore, mesi, anni...
E in questi istanti si "svolgono gli eventi", "le variazioni delle cose".
...vi piace? Vi piacciono queste definizioni! A me no.
Per voi hanno un senso? A me sembrano tentativi molto maldestri di descrivere qualcosa che sfugge ad ogni definizione.
E allora che cos'e' il "tempo"?
Perche' deve essere qualcosa. C'e', ed e' una cosa che va al di la' delle convenzioni sociali, una cosa che non ha niente a che fare con "ci vediamo alle quattroeventicinque sotto all'orologio in piazza".
Esiste, perche' nasciamo e poi diventiamo giovani, e poi diventiamo vecchi e poi...e poi.
Che succede a quella successione ben definita di istanti quando viviamo?
Quando improvvisamente il tempo prende a scorrere piu' velocemente, sempre di piu', sempre di piu', sempredipiu'...e scorre cosi' solo per noi?
Quando sembra non bastare mai, quando i minuti, le ore, i giorni sembrano accellerare e diventare una successione infinita di piiiiccolissimi secondi malefici, e tu vorresti farli rallentare, dire "ehi! ragazzi! un po' di calma, per favore!", vorresti fermare il tempo, e il mondo con lui, perche' ne hai bisogno, perche' sei in ritardo e non te lo puoi permettere, perche' ti diverti e non vuoi smettere, perche' l'attimo che stai vivendo e' troppo bello per finire, eppure sai che finira', e per quanto lungo possa essere, il tempo lo portera' lontano e in fretta.
E ancora...un giorno incontri qualcuno che non vedevi da anni...pardon, che non vedevi da quando tutte e due eravate molto piu' giovani (cosi' va meglio, ma queste definizioni vanno strette), e ti sembra cambiato e fatichi a ricordare tutti quei piccoli momenti che allora sembravano infiniti e riempivano queste maledettissime cose che non esistono chiamate giorni.
E poi incontri qualcun altro, lo stesso che passava con te i momenti di cui sopra, magari eravate in tre a fare i conti con lo scorrere del tempo (ma non c'e' un sinonimo?), e non ti sembra cosi' diverso, e i suoi occhi, o la sua voce ti riportano indietro e il tempo sembra non essere passato.
Che cosa e' cambiato? Perche' questa disparita', perche' se i giorni, i mesi, gli anni passati sono uguali?
Un dubbio...
Una perplessita'...
Forse e'...ecco...ma no...
Questa distorsione come si spiega?
Il tempo...forse la domanda piu' giusta non e' "che cos'e' il tempo".
E se fosse..."dov'e' il tempo"?
Un volto davanti a te. Tu lo guardi, e magari parli, o ridi, o lo accarezzi, o magari stai gridando e litigando.
Tutto intorno il reso del mondo, ma e' come sfocato, una specie di cornice che va veloce, molto piu' veloce di te, o molto piu' lenta, del volto che hai davanti, dell'attimo che stai vivendo e di cui ricorderai ogni singolo gesto, parola, ogni singolo attimo, tanto da poterlo descrivere e rivivere quando sara' irrimediabilmente lontano da te.
Ed ogni secondo di quell'attimo sembrera' dilatarsi, i minuti diventeranno ore e te li ricorderai cosi', lenti, senza fine, come in un film che scorre fotogramma per fotogramma. Ma intorno a te il mondo girava, viveva, e i suoi minuti scorrevano normali, tic-tac, 60 secondi netti, le 17.14 del 13 aprile 1998, tutto normale, tutto regolare.
Allora qual e' il tempo? Quello dentro di te, quello che hai vissuto, quei quarantacinque minuti che ti sono sembrati quarantacinqueore, o magari quarantacinquesecondi, oppure quella cornice sfocata intorno al volto che guardavi?
Quello de "l'aereo AZ105 per Roma e' atterrato in orario" o del "treno per Milano in partenza dal binario 15", o quello dell'abbraccio davanti ad una porta automatica?
Qual e' il tempo? Dov'e' il tempo? Dentro, fuori di te? O tutte e due le cose?

Si puo' definire un attimo?
Vocabolario: "brevissimo spazio di tempo; momento, istante".
Cosa vuol dire?
Attimo e' uno sguardo. Sono due occhi che ti guardano, o una parola, detta, sentita, solo pensata.
La descrizione di un attimo e' qualcosa che ti resta dentro, indissolubilmente legata a qualcuno, a qualcosa che fa parte di te.
Ecco allora che quando un tasto, una corda viene toccata, il tempo si ritrae, e tu per magia ti ritrovi dentro l'attimo che hai vissuto, e hai davanti a te quel volto, e senti quella voce, e vedi quel particolare di un anonimo muro che ti ha colpito chissa' perche' come se ce l'avessi di fronte, vedi la neve che cade anche se sei in agosto, riesci perfino a sentire qualche brivido, e i minuti ridiventano ore, e il mondo intorno a te una cornice sfocata. Fotografie dell'anima in movimento, piccoli, brevissimi, lunghissimi film personali in una dimensione privata.
E poi...e poi.
Poi ti risvegli, o meglio, fai un salto in avanti, ti sincronizzi con la cornice, e tutto intorno a te non e' piu' sfocato, ha contorni ben definiti, ma ancora i secondi e i minuti per te hanno un valore diverso.
Diverso da quello che hanno per il resto del mondo.
O per quel bambino che sta giocando li', in mezzo al prato.
Per quel vecchio seduto sulla panchina di fronte, che lo guarda sorridendo.
Uno ricordera' le ore trascorse a guardare la coccinella (che fascino hanno le coccinelle, quando si e' piccoli) sopra il rametto per terra, l'altro i dieci minuti al parco col nipotino prima di tornare a casa per pranzo.
Persone. Descrizioni di un attimo.
E per te sara' solo un breve istante, un attimo, prima dell'interminabile ora passata ad aspettare un tram che non arriva mai.
A proposito...perche' a Milano si dice "il 3" e "la 65"???

6 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Definizione di tempo....

Proviamo: Il tempo è il ritmato ticchettio della vita.

E quando quel ticchettio si ferma, non c'è più tempo e non c'è più vita.

rompina ha detto...

al silenzio del tichettio non voglio pensare...preferisco solo notare l'incongruenza del tempo "personale" con quello del resto del mondo...in fondo, e' questo che compone la vita.

°bio° ha detto...

Il tempo secondo me esiste solo in funzione della vita incarnata; mi spiego.. Esiste il tempo perchè esiste un mondo, una vita materiale. Il tempo agisce solo sul materiale, quindi laddove la materia non esiste il tempo cessa. Il tempo è un qualcosa di estremamente soggettivo, quello che per me è un minuto per un altro è qualcos'altro; dieci secondi per uno sportivo sono nulla, per un condannato a morte equivalgono a ore.. E che dire poi dello spazio.. Mi fanno ridere le distanze calcolate in anni-luce.. Ma perchè misurare distanze nell'incommensurabile? Che senso ha? Il tempo è necessario alla nostra vita, per scandirla, per dare una giustificazione al processo vitale, ma al di fuori di essa non ha più senso..
Per l'ultima domanda... Beh, è inspiegabile!!!!

rompina ha detto...

eh eh eh...invece no, caro il mio Bio...la spiegazione all'ultima domanda c'e'...ma credo che solo i milanesi DOC possano saperla... ;o)

°bio° ha detto...

ah beh allora rinuncio!!!! Tra torinesi e milanesi non ci si capisce!!!

rompina ha detto...

ma va la'...ci si capisce, basta volersi capire... ;o)